Perché nelle traduzioni c’è sempre qualcosa che si perde.
E così è nelle parole che usiamo per dire a una persona quello che pensiamo di lei, quello che proviamo e desideriamo. Così pure è nel ricordo che ci rimane di quella persona, quando non c’è più. Eppure, è alle parole che finiamo sempre per affidare una copia imprecisa di quello che sentiamo, e non abbiamo che la memoria per ricostruire un’immagine infedele, sgranata, delle persone che abbiamo amato o da cui avremmo voluto essere amati.